La settimana passata il mercato americano è stato caratterizzato da dati macroeconomici di un certo rilievo. Innanzitutto l’uscita del S&P Global US PMI che, nella parte servizi, ha battuto le aspettative uscendo a 50,5 rispetto alle attese di 47,3. Poi, l’indice dei prezzi core PCE, misura dell’inflazione preferita dalla Fed, ha mostrato un rallentamento meno marcato delle aspettative (4,3% da 4,7%, contro attese al 3,9%). Da ultimo, le spese personali: +1,8% rispetto all’+1,4% previsto.
La forza dei dati ha indotto gli operatori a stimare un rialzo del picco dei Fed Fund a luglio 2023 che si è portato da 5,28% a 5,40%. Tali variazioni hanno condizionato al rialzo l’andamento dei rendimenti obbligazionari e determinato performance nel complesso negative per il comparto.
Infatti, negli Stati Uniti il rendimento del Treasury a dieci anni è passato dal 3,81% al 3,94% (+13bps), mentre quello a due anni è salito di 20bps, portandosi al 4,81%. La dinamica ha influito marginalmente sull’inclinazione della curva, che nel tratto 2-10 anni si è ulteriormente invertita attestandosi a -87bps.
Dopo il rialzo dei tassi di 25bps operato dalla Fed a inizio mese Il mercato si attende ora un’ulteriore intervento al rialzo di 25bps per il meeting di marzo, e, come sopra accennato, un picco a luglio a 5,40% e poi una lieve discesa a 5,16% per gennaio 2024.
Al di qua dell’Atlantico, anche in Europa la settimana è stata caratterizzata dall’uscita di dati macroeconomici tra i quali, i più rilevanti, sono stati l’S&P Global PMI preliminari di febbraio. Per quanto concerne la parte manufacturing il dato è stato inferiore alle attese 48,5 vs 49,3; mentre, sul fronte servizi l’uscita di 51,3 ha battuto le aspettative di 51.
L’effetto sui rendimenti è stato che il 10 anni tedesco è salito dal 2,44% al 2,54% (+10bps); il rendimento a 2 anni si è portato al 3,03% (+15bps). L’effetto sulla curva nel tratto 10 / 2 anni è stato tale da spingerla giù a -49bps (-6bps rispetto i livelli della settimana precedente).
Per quanto concerne la periferia, il rendimento a dieci anni BTP è salito di 14bps al 4,44% e, come conseguenza, lo spread BTP Bund si è attestato a +190bps.
Per quanto attiene invece alle aspettative di rialzo per l’ECB il mercato oltre a prezzare +50bps a marzo ha portato i 25bps attesi per aprile a quasi 50bps. Poi, gli operatori stimano una successiva riduzione del ritmo di inasprimento prospettico a +25bps a partire dalla riunione di giugno, ma hanno rivisto al rialzo il picco dei tassi a settembre dal 3,58% al 3,72%.
Sulla scia dell’incremento dei rendimenti governativi si è mostrata fiacca anche la performance registrata nella settimana dal comparto corporate su ambo le sponde dell’Atlantico, sia nel comparto IG che in quello HY, con ritorni negativi.