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In questo particolare passaggio storico le Banche Centrali si trovino a perseguire un difficile equilibrio tra i diversi obiettivi di politica monetaria. Se da una parte infatti vi è la necessità di stabilizzare i prezzi e quindi tenere sotto controllo l’inflazione, dall’altra occorre assicurare la stabilità dei mercati finanziari, in quanto gli aumenti repentini dei tassi ed il drenaggio della quantità di moneta in circolazione possono determinare lo scoppio di bolle e crisi di liquidità / liquidabilità di assets.

La notizia del fallimento della Silicon Valley Bank è proprio figlia di questo impervio passaggio storico. La Silicon Valley Bank è la sedicesima banca americana per dimensione, con 209 miliardi di dollari di attivi e 175,4 miliardi di dollari di depositi. La notizia è stata un vero e proprio shock per i mercati, riportando alla mente le conseguenze del fallimento bancario di Washington Mutual del 2008.

La paura di contagio ha peraltro spinto il Board della Federal Reserve, insieme al segretario al Tesoro Janet Yellen, ad annunciare azioni per proteggere e garantire tutti i depositi dei clienti di Silicon Valley Bank e di Signature Bank, con il Governo USA che metterà a disposizione ulteriori finanziamenti in favore di altre istituzioni in crisi e un nuovo programma di supporto (Bank Term Funding Program) del sistema bancario.

Alla luce di quanto sta accadendo tra le banche americane, e di riflesso sulle banche globali, riteniamo sia importante ricordare ancora una volta la posizione privilegiata che gode Banca Generali nel panorama di settore. Non solo per qualità e resilienza del modello di business, ma anche per solidità e prudenza della propria posizione patrimoniale, stabilità della raccolta e portafoglio di attivi.

Tutti i ratio patrimoniali della Banca segnalano una situazione superiore alla media del sistema bancario italiano e ben al di sopra dei limiti regolamentari stabiliti. Ma come ci siamo detti più volte non è solo un tema di livelli dei ratio ma bensì di qualità della raccolta e degli impieghi: il passivo dello stato patrimoniale, la raccolta, è costituita per la quasi totalità da depositi (€15 miliardi), senza rischi di concentrazione rilevanti; l’attivo è caratterizzato da circa 12 miliardi di portafoglio titoli, con oltre il 90% eleggibile presso la BCE, una duration complessiva di poco superiore ad 1 anno con circa 4 miliardi in scadenza entro i prossimi 24 mesi. Il portafoglio crediti è di circa 2,5 miliardi principalmente costituito da finanziamenti controgarantiti, con oltre 4 miliardi di collaterale.

La fotografia di Banca Generali restituisce pertanto un quadro esattamente opposto alla situazione patrimoniale ed economica che ha preceduto la crisi di Silicon Valley Bank.

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